L’opera presentata nello spazio di Viafarini da Andreas Golinski rappresenta l’ultima formalizzazione di uno dei fulcri tematici della poetica dell’artista: l’alienazione e il disorientamento dell’uomo di fronte all’insensatezza dell’ingranaggio industriale. L’artista tedesco, la cui formazione comprende studi in disegno industriale a Colonia e Basilea, ha scelto di porre al centro della sua ricerca questo tema dopo aver preso coscienza, anche personalmente, delle schiaccianti imposizioni dettate al lavoratore nell’odierna società dei consumi di massa. L’artista, memore della lezione kafkiana sull’insensatezza del Sistema, sfrutta nelle sue installazioni e nei suoi video lo spazio e la luce per restituire metaforicamente le derive della società nella sua corsa verso il progresso.
Partendo da queste premesse teoriche Golinski presenta allo spettatore un’installazione, Lost Dreams, composta da un percorso labirintico, le cui pareti sono costituite da pallet di legno impilati. La scelta di un unico modulo strutturale ripetuto e impilato innumerevoli volte, già suggerisce un riferimento a una logica spietatamente ripetitiva. Il percorso all’interno delle opere di Golisnki rappresenta sempre un’avventura perturbante, assicurata dalla deformazione dello spazio. Nel caso dell’opera esposta lo spazio si restringe man mano che il visitatore lo percorre, accrescendo il senso di disagio assicurato anche dalla scarsa illuminazione. L’opera offre corpo e voce all’astenia morale della società contemporanea: lo smarrimento nelle installazioni ambientali di Golinski cessa di essere un semplice argomento retorico e si fa esperienza diretta attraverso un itinerario allo stesso tempo esperienziale e metaforico.